Una volta si poteva dire, come faceva il grande Totò, che “uno poi si butta a sinistra” quando si era
testimoni di qualche scena di rituale sperpero del bene comune o di tipico
abuso di poter da parte delle “autorità costituite” o di più semplice sopruso.
Oggi forse non si può avere neanche questa soddisfazione. Chi potrebbe dire una
cosa del genere con la coscienza di aver detto una cosa giusta e sensata. La
sinistra è veramente immune da soprusi o inefficienze? Sarà che aveva forse
proprio ragione lui, parlo sempre di Totò, che lo diceva per farsi e per farci
fare una risata. Tutto per non piangere.
Vorrei proprio trovare questo motivo. Quello per non
piangere. Ma mi risulta molto difficile. Non perché abbia bisogno di piangere, né
mi va di farlo. E’ perché, a differenza del gran ciarlare che sento in giro, voglio
parlare di RESPONSABILITA’ e ovviamente voglio farlo parlando di me stesso.
RESPONSABILITA’ è una parola di cui, credo, si sia perso il
significato. Nessuno sa più cosa voglia dire oppure molti ne hanno fatta
una traduzione personale (molto personale) per cui sembra che ci sia tanta
gente che cerca responsabilità negli altri ma non si è mai posto il problema di
capire quale è la propria.
Forse sarà la serata “storta” (ho appena cancellato dai miei
amici di Facebook una persona di cui ho letto l’ennesimo post “attacca-politici”
su cui si scaricano tutti i nostri guai: sembra quasi che sia una catarsi
comune: se lo schifo è lì vuol dire che non sono io il problema). Forse ne sono
stufo. Sicuramente ne sono disgustato. Per cui cerco di prendere il problema
con un approccio diverso.
E visto che siamo praticamente a fine anno ci sta bene fare
un resoconto di come quest’anno è passato.
E’ stato per molti aspetti un anno terribile. La società per
cui lavoravo è stata messa in liquidazione e con uno di quei giochetti molto
diffusi in questi ultimi anni, è praticamente “rinata” sotto altra veste in un
vestito molto “più snello” . Il paragone si addice visto che nel “passaggio”
sono state lasciate una ottantina di persone (ragazzi, ragazze, padri e madri
di famiglie) a casa e anche quelli che sono passati nella “nuova” società hanno
dovuto accettare condizioni capestro (io, ad esempio, non sono più un dirigente).
Un solo pensiero a tanti cari amici che non sono più miei colleghi e con i
quali ho condiviso progetti, paure, soddisfazioni e che sicuramente stanno
vivendo situazioni molto più drammatiche della mia (vi penso).
Tante altre idee che pensavo di portare avanti hanno subito
un drastico stop o, comunque, sono ancora lì che vagano nella mia testa senza
che se ne possa vedere il modo di realizzarle.
Colpa degli altri? (dei capi? del governo? dei politici? dei
qualunquisti? dei ladri? degli albanesi? delle banche? dell’Europa? della Merkel?
o di chi altri?). Forse è colpa mia.
Oppure, diciamola meglio: si tratta di una mia RESPONSABILITA’.
Forse non c’ho creduto a sufficienza, forse mi sono un po’
lasciato andare, forse ho vissuto questo anno con estrema stanchezza, ma anche
con rancore, che non mi ha permesso di esprimermi al meglio.
In un Paese dove normalmente quando le cose vanno male è
sempre colpa di qualcun altro, mi sembra un bel passo avanti.
Ci sono validi motivi per affrontare il nuovo anno con altro
spirito: riconoscendo i propri errori e dandosi da fare per fare in modo di non
rifarli.
PS: leggo che quest’anno il Cancro avrà delle grosse
soddisfazioni economiche. Peccato che io non creda agli oroscopi.
Chapeau. Post indice di rara onestà e integrità.
RispondiEliminaD'altronde l'iniziativa di ieri sera con il conte Branca non poteva che provenire da qualcuno con queste caratteristiche.
Un caro saluto!