La scorsa settimana ho inviato la lettera che
trovate sotto al nuovo Sindaco della Città di Milano. Volevo porre una questione di impostazione di rapporti.
La buona notizia è che il Sindaco mi ha fatto subito chiamare dal Comando dei Vigili. Quella un po' meno buona è che la telefonata si è
risolta in una formalizzazione di scuse, ma senza che a questa sia seguita qualche azione più interessante (che era quello che mi premeva di più).La multa comunque devo pagarla.
Buona lettura.
Milano, 27 Giugno 2016
Egregio Sindaco
Venerdì 24 Giugno è
stato il mio compleanno, festeggiavo i mei 56 anni. Il giorno
prima mi è capitato di andare in diretta sulla Rai ospite della trasmissione Pascal
di Radio2 per raccontare una storia
che avevo scritto un po’ di mesi fa e che è stata selezionata dagli autori per
essere trasmessa: una cosa che mi ha fatto estremamente piacere. Eppure la
stessa giornata che mi vedeva in diretta alla Rai non sarà da me comunque ricordata con piacere a causa di un evento
che, in qualche modo, potrebbe costituire motivo di interesse anche per Lei.
Immagino che la Sua
recentissima elezione, di cui sono contento e che ho sostenuto con il mio voto,
avrà portato sulla Sua scrivania un mare di problemi, sicuramente seri e di
difficile gestione per cui ho quasi imbarazzo a parlarLe di quello che Le sto
scrivendo.
Spero che Lei abbia il
tempo di leggere queste righe perché, secondo me, riguardano qualcosa che va
ben oltre il piccolo problema personale che mi ha fatto passare una brutta
giornata.
Questi i fatti: nello
scorso mese di Dicembre, la mia compagna ha trovato una multa sulla sua auto
perché, secondo la persona che aveva stilato il verbale, questa era
parcheggiata in una zona residenti senza l’esposizione del tagliando che ne autorizzasse
la sosta. Abitiamo in Foro Buonaparte dal 2004 e da quel giorno abbiamo le
nostre auto munite di tagliando per i residenti. Mi rendo conto che un errore
può capitare. Ovviamente si è trattata di una svista da parte dell’ausiliario
della sosta che ha stilato il verbale. Non avrebbe alcun senso che noi
togliessimo il tagliando di cui siamo in possesso dalla nostra auto (per farne
che?). Tra l’altro sono ben 12 anni
che parcheggiamo l’auto in Foro Buonaparte e addirittura gli ausiliari probabilmente
potrebbero riconoscerla.
Una persona razionale,
dopo che gli è passata la rabbia per una chiara negligenza dell’impiegato
comunale, penserebbe che un semplice chiarimento possa tranquillamente
risolvere la questione.
Invece non è affatto
così.
Quell’errore porta a
considerazioni che vanno molto al di là di una semplice svista.
Le dico questo perché –
probabilmente lo saprà – quello che appare come un problemino può facilmente
trasformarsi in una tragedia. Forse il termine è esagerato, ma l’impressione
lasciata nelle persone, per quello che può succedere a fronte di una negligenza
delle autorità, Le assicuro che assume tale importanza.
Come prima cosa
cerchiamo qualche vigile a cui riportare il problema. Ci viene detto di andare
in Via Friuli (che ovviamente è accessibile nei giorni feriali negli orari di
ufficio) oppure il Sabato devo sacrificare un mio fine settimana per discutere
di una cosa che non ho generato.
Ci viene risposto in
ogni caso che bisogna attendere il ricevimento del verbale per poi provvedere a
fare ricorso (forse una informazione sbagliata, ma a me è stata detta da un
vigile e la prendo per buona). Quando infine il verbale arriva a casa provvedo
a telefonare agli uffici di Via Friuli. MI viene detto che la cosa non
riguarderebbe direttamente loro perché “gli ausiliari sono un’altra cosa”. Il
consiglio comunque che mi viene dato è di provvedere – se proprio voglio farlo,
“la capisco, lei ha ragione, ma forse è
meglio che paghi la multa e chiuda l’incidente così” - a inoltrare ricorso
al Giudice di Pace. Vado ad informarmi sulla modalità di inoltro del ricorso
(altro tempo perso). Vengo incoraggiato a farlo sebbene la questione mi costi
in termini economici (per fare ricorso devo spendere più soldi del valore della
multa) ma “è per una questione di principio” viene detto e faccio bene a farlo.
Effettuo il ricorso. Il giorno dell’udienza – il 23 Giugno - Franca, la mia compagna, viene avvisata dal Giudice
che il suo ricorso non può essere accettato e questo in base a due motivazioni:
1°) il ricorso è stato
effettuato in ritardo e quindi oltre la data in cui poteva essere inoltrato e
2°) c’era l’altra
motivazione determinante: la persona che ha stilato il verbale è un pubblico
ufficiale e quindi come tale può affermare solo il vero: se quella
persona ha riportato che il talloncino non c’era…. vuol dire che non c’era.
Quello che avremmo dovuto fare in questo caso – sono parole del Giudice di Pace
– era una querela per falso all’ausiliario della sosta perché avrebbe
dichiarato una cosa non vera. Insomma una cosa da fare non con un semplice ricorso ma con altre modalità (avvocato) e di
conseguenza altri costi.
Può comprendere il mio
sconcerto?
Le racconto una
storiella che mi è capitata a Boston nel ‘95 (quindi più di venti anni fa):
parcheggiamo erroneamente perché non capiamo l’indicazione scritta sotto un
cartello stradale in una zona vietata. Le assicuro che eravamo effettivamente
in buona fede. Il giorno dopo andiamo in municipio per spiegare il problema e
seduta stante siamo “interrogati” da un Giudice del municipio (ha presente
quello che si vede nei film dove le chiedono di giurare di dire la verità,
tutta la verità…) che sente la nostra versione dei fatti, la registra e
immediatamente ci annulla la multa perché stabilisce la nostra buona fede.
Tempo tecnico: un’ora e il nostro problema è stato risolto.
Ecco, ora io so che si
tratta di una legislazione diversa ma mi chiedo se un Sindaco (e il Sindaco
della città di Milano non è un Sindaco qualsiasi) non possa fare qualcosa a tal
riguardo.
Ovviamente non le sto
parlando di fare qualcosa per non farmi pagare la multa.
La mia multa di 30 euro
inziale ha comportato la spesa di 40 euro di tassa per inoltrare il ricorso,
più il costo della multa che sarà “intorno ai 90 euro” che dovrò pagare. Le
dico “intorno ai 90 euro” perché non siamo riusciti neppure a sapere la cifra
esatta e per poterla sapere sa cosa dovremmo ancora fare? Andare di nuovo in
Via Friuli negli orari di ufficio.
Sembrerebbe una storia
degna di essere raccontata a Pascal
(magari la scrivo e gliela mando) ma purtroppo è la realtà che un cittadino
(scrivo necessariamente questa parola con la lettera minuscola) vive per
l’errore di un pubblico ufficiale che “non può non dire la verità”.
Inoltre mi viene da
pensare che mi è capitato un po’ di tempo fa di pagare qualche migliaio di euro
perché il mio commercialista dell’epoca, quando aveva provveduto alla chiusura
di una mia società che avevo negli anni novanta, si era dimenticato di
provvedere alla cancellazione dalla Camera di Commercio ed io ho dovuto pagare
dopo anni una multa per una cosa fatta venti anni prima. Noto uno sbilanciamento.
Io ho 30 giorni per
oppormi ad un errore madornale di un “solerte pubblico ufficiale” mentre lo Stato
nei miei confronti mi chiede soldi – e li ottiene – per un mio errore di venti
anni fa.
Dalla prima all’ultima
persona che abbiamo incontrato in questa storia ci è sempre stata ripetuta la
stessa frase: “lei ha ragione, fa bene ad arrabbiarsi…” ma nessuno è stato
nelle condizioni di dare strada al buon senso e fare la cosa più naturale che
sarebbe stata da fare: strappare la multa e farla finita.
Perché Le ho detto che
non è della mia singola storia che volevo parlarle? Perché vedo in una storia
come questa il male che si sta generando nel mondo intero. Immagino che mi stia
considerando un pazzo, ma sono convinto che è il sentirsi cittadino con la c
minuscola tutti i giorni che poi fa sì che uno veda le istituzioni come un
proprio avversario e non come l’ente a cui naturalmente riferirsi per risolvere
i propri problemi. Ecco io non sono
convito di questo. Sono convinto che le istituzioni siano fatte da persone e dò
sempre gran fiducia a tutti. Non immagino che i politici siano un branco di
ladri. Non l’ho mai pensato. E’ ovvio che penso che ci siano anche politici
ladri, e che forse a volte succede anche che siano effettivamente troppi, ma mi
piace potermi definire un Cittadino
con la C maiuscola, che deve essere fiero di vivere in una grande città perché
questa mette a disposizione una serie di servizi che forse altre città non
potrebbero permettersi. Questa per me è l’organizzazione di una città e non si
può immaginare che uno debba trovarsi sempre “contro“ il sistema.
Pagheremo la nostra
multa e la pagheremo profumatamente per una cosa che non abbiamo fatto e
continueremo a sentirci sempre più cittadini.
Mi chiedo infine: riusciremo
mai a farla diventare maiuscola questa C?.
Spero che Lei non veda
in questo mio appello un modo per “non pagare le multe”. Sono spaventato per dove
questo mondo stia andando e sono convinto che dalle piccole cose si possono
affrontare tematiche molto importanti. Ha presente la teoria delle finestre
rotte del sindaco Giuliani? Non mi è simpatica la persona, ma credo che il
libro di Malcolm Gladwell intitolato
“Il punto critico” abbia un po’ da
insegnarci.
Ecco: Le ho parlato del
mia giornata che poteva essere bellissima e che invece ci è stata rovinata da
un errore di un’altra persona che non ha visto un tagliando regolarmente
esposto e che ci ha creato problemi e fastidiose considerazioni.
Spero che Lei abbia
invece l’opportunità di vedere questa lettera e non dico di poter fare qualcosa
a riguardo nell’immediato ma mi aiuterebbe anche pensare che Lei possa farci un
pensiero per il futuro.
E magari fare qualcosa
perché quella C diventi maiuscola.
Apprezzerei una Sua
risposta. Di qualsiasi genere.
Con rispetto e un
augurio di buon lavoro.
Ne abbiamo tutti
bisogno.
PS: a tal proposito potrei
parlarle di un’altra C che mi
ossessiona e che è l’Area C (quella
è sì con la lettera maiuscola: non ci vede un ciclo che si chiude in questa
cosa?) e del fatto che io da cittadino – sempre minuscolo - devo pagare la sera
per poter tornare a casa, ma sarebbe tutta un’altra storia e forse troppe c
potrebbero far c…. onfusione. J
Grande Paolo
RispondiEliminaGrazie
EliminaBellissima.. quando C vuole... C vuole
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