lunedì 26 agosto 2013

La user experience al ristorante

Diversi anni fa (era il 2010) ho organizzato presso il MIP, la Business School del Politecnico di Milano, un evento in cui ho avuto la fortuna di coinvolgere lo chef Davide Oldani.
Durante la sessione Domande e Risposte (d’obbligo per un evento del genere) venne chiesto allo chef quanto valesse l’ <<experience>> dell’ospite nei confronti della bontà dei piatti assaggiati. In pratica gli alunni MBA del MIP volevano capire se le cose che venivano insegnate in quella scuola - dove tanti docenti di marketing già declamavano la “user experience” come uno dei parametri importanti nella gestione delle aziende di successo - avessero poi un riscontro nella realtà. Forse gli insegnamenti erano un po’ avanti (oppure semplicemente il termine inglese non era ancora entrato nel gergo) e Davide (persona di cui mi vanto di essere amico) fece convergere la discussione sulla sua esperienza di chef e ci parlò delle attività (tante) che aveva svolto in giro per il mondo per poter poi acquisire la sua esperienza (quella che noi italiani intendiamo per conoscenza appresa negli anni). Erano altri tempi.
Oggi siamo in una nuova era.
Facebook imperversa e non puoi farci proprio nulla, baby!
Cosa voglio dire?
Andare a ristorante è diventata un’esperienza totale (ma non lo è sempre stata?). Oltre al gusto e all’olfatto bisogna tener conto anche della vista proprio perché quella esperienza risulti maggiormente coinvolgente. I piatti quindi devono essere anche belli. Bene: se a questo aggiungi la facilità di ottenere delle foto, la voglia di far sapere a tutti i fatti propri, il gioco è fatto. La tentazione è a portata di mano, anzi di telefono.
Insomma è una moda e come tutte le mode prima o poi finirà ma per il momento non possiamo farci nulla. Guai “vietarla”. Farà apparire la cosa ancora più esclusiva e quindi maggiormente “di moda”.
Devo dire che comunque a me non dispiace. Quando devo scegliere un ristorante, cerco sempre sul web le foto dei piatti che questo offre e se trovo solo foto di piatti vuoti e sedie o quadri, un po’ mi insospettisco.
Unico accorgimento: imparate a fare delle belle foto. La maggior parte di quelle pubblicate sono bruttissime. Ecco in questo gli chef hanno ragione: se dovete farlo, fatelo bene!

Questo commento è stato pubblicato sul sito www.dissapori.it al post "Gli chef sono in rivolta contro i piatti del web e io non ho niente da mettermi"
http://www.dissapore.com/grande-notizia/chef-in-rivolta-contro-i-piatti-del-web/

1 commento:

  1. Si Paolo è verissimo: infatti per me e Monica le nostre papere sul blog sono maggiormente le foto.
    Un abbraccio
    Patrizia

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