domenica 28 agosto 2011

La mia lettera pubblicata su Repubblica

Su Repubblica di ieri (Sabato 27 Agosto) è stata pubblicata una mia lettera che nasceva come risposta a quella di una signora che aveva scritto al giornale due giorni prima manifestando la sua rabbia per il fatto che in Italia si pagano troppe tasse.
In pratica il ragionamento era: lo Stato non mi da nulla (!). Io che guadagno più di 150mila Euro (CENTOCINQUANTAMILA EURO!!!) non mi posso permettere di avere un auto decente (viaggio in una Golf vecchia di 5 anni) e sono costretta a pagarmi le visite mediche di specialisti direttamente senza avere diritto ad alcun rimborso.
Questo per giustificare il fatto che il prossimo anno la signora si trasferirà in Svizzera dove lavora già da qualche anno il marito. Insomma se ne va perché così potrà pagare meno tasse.
Mi ricorda - proprio per come è impostato il discorso - quello di un nostro Presidente del Consiglio che quando parlava di tasse parlava di un furto. Insomma lo Stato ti toglie i soldi dalla tasca senza pensare che le tasse si devono pagare perché uno Stato possa funzionare ed il fatto che si paghino troppe tasse significa che lo Stato funziona male e non il contrario. Conseguenza di questi ragionamenti è: invece di fare in modo che lo Stato funzioni bene e che quindi addirittura si potranno pagare meno tasse ed ottenere servizi ancora migliori, NON PAGHIAMO LE TASSE che è meglio per tutti. Ovviamente è meglio per chi di soldi ne ha tanti e non per quelli che dallo Stato devono vedersi garantiti alcuni servizi a cui non potrebbero accedere perché impossibilitati (una scuola decente ? un servizio di assistenza decente ? (oggi il Servizio Sanitario italiano è tra i primi nelle classifiche mondiali nonostante sia vituperato dai più), un sistema di trasporti decente ?)
Il problema, secondo me, non si risolve dicendo NON PAGHIAMO LE TASSE ma facendo in modo che questi servizi funzionino sempre meglio e soprattutto : non è che dei disservizi dello Stato deve lamentarsi uno che eventualemnte con i soldi che ha può ovviare in altro modo ma almeno che sia chi di quei servizi ne ha necessità per vivere in modo civile. Un po' di decenza!!!
In realtà la mia lettera era questa, ma quella pubblicata mi sembra un discreto sunto.

Carissimi
leggo con il solito, ahimè, senso di fastidio la lettera della vostra lettrice che dichiara il suo prossimo abbandono del nostro Paese (povera Italia).
Sono anch'io un napoletano non "trapiantato" ma semplicemente ospite -nonostante ci viva da più di quindici anni non mi considero un Suo cittadino a tutti gli effetti- della città di Milano. Anche io sono dirigente da dodici anni e sinceramente resto meravigliato di fronte al fatto che la gentile lettrice affermi che per pagare una visita specialistica sia costretta a pagare uno specialista. Io con il mio contratto da dirigente godo dell'assicurazione Fasdac che mi garantisce visite gratuite e soprattutto rapidissime (normalmente ho solo qualche giorno di attesa) senza spendere una lira. Viaggio in Mercedes che è l'auto totalmente spesata dalla mia azienda e di sicuro non ho a che fare con mezzi di trasporto sporchi e sempre in ritardo. Anche qui: ma in una città come Milano quanti sono i mezzi pubblici sporchi e sempre in ritardo? Non dico che non ce ne siano ma sul fatto che ne costituiscano una percentuale rilevante ho un grandissimo dubbio. Tutto questo per dire che posso interpretare la lettera della vostra gentile lettrice come uno sfogo di fronte forse all'ennesima decurtazione mentre tantissimi furbi  che vivono in case superaccessiorate in centro e che godono di rendite non dichiarate, ne faranno a meno essendo per lo Stato semplicemente poveri. Non posso immaginare che si tratti invece della solita furba giustificazione per infierire contro le tasse pagate da poveri "privilegiati" (io con il mio reddito mi considero tale). Qualche anno fa mi è capitato di organizzare per il MIP un evento con il compianto professor Padoa-Schioppa che ci insegnava che le tasse servono allo Stato per creare servizi e non perché costituiscano un prelievo senza ritorno. Voglio continuare a credere che il Professore avesse ragione. Forse sta anche a noi renderci conto di cosa lo Stato ci mette a disposizione. Il problema è fare in modo che i servizi ci siano e batterci perché siano distribuiti nel modo più equo possibile. Andare in Svizzera non è la soluzione.
Con stima e rispetto.

Paolo Sitopaolo.sito@fastwebnet.it

Qui invece riporto la lettera della lettrice D.P. che ha "scatenato" il tutto.

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